Fourth Wing di Rebecca Yarros – Il problema dei gusti moderni

Titolo: Fourth Wing

Genere: Fantasy / Romantasy
Anno di pubblicazione: 2023
Target dichiarato: YA (ma… davvero?)
Voto finale: ★☆☆☆☆ (1/5)

Il Fenomeno Fantasy Che Rappresenta la mediocrità odierna

Fourth Wing è indubbiamente uno dei titoli fantasy più chiacchierati del 2023 (ed è, verosimilmente, tuttora discusso). Spinto da una poderosa e prodigiosa campagna marketing, si è rapidamente affermato tra le letture più acquistate e apprezzate/odiate del 2023. Ma come spesso accade con i fenomeni virali, l’entusiasmo iniziale ha lasciato spazio a una valanga di critiche, delusioni e — diciamolo chiaramente — vere e proprie invettive da parte dei lettori che, come noi, sono cresciuti leggendo autori e storie di ben altri spessore e morale.
Vi avvisiamo subito: siamo convinti che recensendo malamente questa storia, attireremo un bel po’ di hate, ma tant’è: siamo in democrazia, no?
Se non avete ancora letto Fourth Wing e state cercando una lettura fantasy di qualità… Ecco: continuate a cercare.

Lo stile e la scrittura: dolori

Il problema principale di Fourth Wing è la scrittura immatura. La prosa è acerba, i dialoghi forzati, gli infodump continui. Certe frasi non dovrebbero inchiostrare le pagine di un libro (pubblicato, tra l’altro, da grandi case editrici) bensì quelle di un diario bambinesco-adolescenziale; dei tali che, un po’ tutti, negli anni puerili, abbiamo gelosamente custodito alla Gollum.
Le scene clou — incluse quelle più hot — scivolano nel ridicolo per via di un lessico imbarazzante e un tono mai davvero convincente.
Chi sperava in uno stile leggibile e semplice, conciso e lontano da tutte le odierne accezioni del cringe, si è ritrovato tra le mani una fanfiction di un chilo e passa, ragionata, sgraffignata e realizzata alla bersagliera (chi ha visto Fantozzi sa!).  Perché sgraffignata? Ecco, vi facciamo noi una domanda: mentre lo leggevate, non vi siete accorti che, in molti punti della narrazione, la buonissima Yarros (non ce la si ha contro di lei, attenzione) cercava disperatamente di somigliare a: Sarah J. Maas, Leigh Bardugo, Cassandra Clare… No? Sicuri? No? Proprio no? E a dirla tutta, non che le summenzionate autrici siano l’Isabelle Allende di turno. Come dice il detto? Ah: se il buongiorno si vede dal mattino…

Trama e Ritmo: Una Partenza Interessante, Poi il Vuoto Cosmico

La premessa è intrigante: siamo pronti ad ammetterlo. Una giovane ragazza entra in un’accademia militare dove i migliori guerrieri si legano a draghi leggendari. Un’idea non certo nuova, per carità, ma con del potenziale. Peccato che il romanzo decada rapidamente in una trama sfilacciata, ripetitiva e priva di direzione. E odiamo fare spoiler, dunque non scenderemo nel dettaglio della trama… Oddio, “trama”, avvocato…
La storia scivola nella noia già dopo le prime cinquanta pagine. Da quel punto in poi, tutto diventa prevedibile, forzato, e spesso semplicemente assurdo. Siamo riusciti a finirlo col sudore della fronte, e soprattutto contro voglia,  neanche avessimo dovuto lavorare in cantiere sotto il meriggio di luglio. Molti lettori hanno dichiarato di aver dovuto sforzarsi per arrivare alla fine — alcuni, più sinceramente, l’hanno abbandonato a metà. Dopotutto: perché farsi del male imperterritamente, quando, con un po’ di amor proprio, si può uscire indenni da una tortura?

Personaggi: e che cosa sono?

La protagonista, Violet, è uno dei personaggi più rimbambiti della storia del fantasy moderno. Presentata come un genio strategico, determinata e con una forte volontà, si rivela invece passiva, inconcludente e incapace di affrontare le situazioni se non con l’aiuto di altri personaggi secondari. Spesso la soluzione si trova davanti ai suoi occhi, a una palma (sì: “palma” è corretto) dal naso, e lei, da buona rintronata, non la vede, non la nota, neanche ci pensa. Il suo personaggio non va incontro a un processo di evoluzione.

Vero, parliamo di quanti, cinque libri?, dunque il suo processo di crescita potrebbe essere stato rimandato ai sequel, ma conoscendo la scarse ambizioni delle moderne personalità letterarie, è possibile che resti la bambinona perennemente sovraeccitata che ha dimostrato di essere nel primo capitolo della pentalogia.
I comprimari — il migliore amico, il love interest, gli antagonisti — sono stereotipi ambulanti. Macchiette che camminano. Ogni figura sembra il clone sbiadito di personaggi già visti e meglio scritti in altre saghe.

Il presunto “bad boy” Xaden, ad esempio,  è il tipico “morally grey character” messo a punto e a posto da scribacchini alle prime armi i quali, pensando che l’inclusione di un personaggio più grigio degli altri possa dare maturità al racconto, sfruttano l’archetipo del dannato (spesso e volentieri anche “bello”) e lo infilano random qua e là.

Scene “Spicy”: Inutili, Imbarazzanti e… Meglio tenere a freno la lingua (in tutti i sensi)

Se pensavate che le scene d’intimità avrebbero potuto salvare il libro in corner… vi sbagliavate. Certi episodi bisogna saperli narrare. Spesso e volentieri ci s’imbatte in storie più o meno buone che finiscono per autolesionarsi con delle scene “hot” imbarazzanti e realistiche quanto il premio “storia dell’anno” da affibbiare a questo delirio di buchi (di trama, eh. Di trama).

Le scene intese presenti sono spesso forzate, imbarazzanti e fuori luogo. Immaginatevi di trovarvi in un contesto fanta-militare, tra battaglie e draghi. Ecco: immaginate di essere un cadetto che milita tra i protagonisti. Magari neanche vi conoscete.

Bene. A un certo punto, nel classico scontro iperfemminista e per nulla verace tra la biondina di un metro e una banana e un colosso che: “Kratos di God of War, spostati!”, vedete ‘sta tizia allampanata e gracilina che si emoziona visceralmente alla vista degli addominali del guerriero di turno, il tutto mentre rischia la vita su un ponte tibetano.

E poi, ragazzi, quella frase… Quella maledetta frase: “calore tra le gambe”, usata per giustificare l’attivazione di una specie di potere magico (e arrivateci voi a capire di cosa si tratti, perché noi no, eh). Una narrativa tanto derisa da diventare un meme in numerosi gruppi di lettura. Una scena ridicola. Un espediente ridicolo. Una proposta ridicola.

Worldbuilding: Un’Ombra di Altri Mondi

Il mondo di Fourth Wing non è solo poco originale! Magari fosse solo questo. È universo mal concepito e, soprattutto, mal costruito. È approssimativo, carente e spesso semplicemente illogico. Le informazioni cruciali vengono buttate quasi lanciate in faccia al lettore in barba a qualsiasi principio di ritmo narrativo — in puro stile infodump — e il funzionamento interno dell’accademia è incoerente.


Esempi? Vengono affidate informazioni militari riservate a studenti appena iscritti, i draghi (potenti e mitici) non riescono a sconfiggere grifoni (!), e l’addestramento militare viene somministrato prima della selezione dei cavalieri da parte dei draghi. Ma allora, perché investire tempo e risorse su studenti che potrebbero essere scartati? Sicuri che la storia non sia ambientata in Italia, o in un paese su di essa basato? Cos’è tutto questo sperperamento di soldi pubblici, per di più in periodo di guerra? Misteri dell’universo Yarros.

I plagi/scopiazzature di cui ci siamo accorti

Come spiegavamo prima, non ci sono sfuggite alcune scopiazzature, se non proprio plagi, che quella furbetta della Yarros credeva di mascherare sapientemente.  Magari, oh, neanche se ne è accorta.


·        Il test d’ingresso all’accademia richiama Divergent
·        Il sistema delle fazioni fa pensare a Harry Potter
·        Il Codex è un clone di quello degli Shadowhunters
·        Il protagonista maschile sembra un mix tra Mal (Tenebre e Ossa) e Rhysand (ACOTAR)


Che siano “omaggi” o semplici mancanze di originalità, il risultato è un pastiche poco ispirato che denigra ulteriormente il lavoro svolto dalla scrittrice.

Un Potenziale Sprecato?

Forse l’aspetto più frustrante – o nondimeno uno dei più tediosi – di questo romanzo, è che poteva essere qualcosa di buono. Le idee c’erano. Non chiarissime, ma c’erano. Il tema del legame tra umano e drago, il conflitto tra conoscenza e forza, l’ambiente accademico elitario… Ecco, gli ingredienti per una storia affascinante non mancavano. Ma nulla è stato sviluppato con cura. Nulla è stato rispettato con coerenza. Il tutto si è risolto, e sta continuando a risolversi, nel solito minestrone young adult. Ne hai letto uno, li hai letti tutti.

Un Fantasy so and so

Se volete leggere una storia originale, ben scritta, con personaggi credibili e un worldbuilding solido, Fourth Wing dovrebbe esssere l’ultimo nome della lista. Se cercate un “romantasy” con scene spicy che abbiano senso… Cercate altrove.
Se amate il fantasy anche quando è un po’ trash… Quieta di trash ce n’è anche troppo. Se hai intenzione di scrivere un libro fantasy come si deve e non fare la fine (non economica, eh) di Fourth Wing, puoi chiederci aiuto! Ti assisteremo volentieri in fase di stesura e revisione!
 
 
 
 

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